Alberto Manzetti



Iniziamo con questo post una nuova pagina dedicata all'arte.



La poetica artistica di Alberto Manzetti, fondata su un’esperta capacità di sintesi, si caratterizza
essenzialmente per il contrasto, che assume diverse sfaccettature. Nelle sue opere, dove ogni pezzo è un progetto di architettura, di spazio, troviamo infatti una combinazione di toni caldi e freddi, scaturita da una componente esclusivamente istintiva. Una dicotomia tra progettualità e  immaginazione, dove quest’ultima assume un aspetto prevalente. L’equilibrio cromatico cui l’artista dà vita nasce dunque paradossalmente da tecniche di contrasto: il volume, la profondità e la scansione dei piani non sono ottenuti con la prospettiva o con il chiaroscuro, ma sono del tutto affidati ai colori, che rivelano un carattere puramente emotivo, un gioco cromatico in grado di creare un piacere visivo. La contrapposizione tra campiture nette e squillanti, materiche, elementi geometrici, ritmi serrati e colori sfumati e spazi bianchi, sembra approdare a una sintesi tra il Cubismo sintetico  e il Cubismo Orfico, dunque tra aspetti razionali e onirici. Gli studi sulle culture precolombiane rappresentano un corrispettivo pittorico dell’arte delle civiltà del Centro America, basata sulla scultura e il bassorilievo: non a caso in queste opere l’artista mostra delle caratteristiche prettamente materiche. Manzetti presenta nel suo lavoro un approccio veloce,  che deriva dalla volontà immediata di fissare l’emozione, l’attimo, il sentimento e l’anima che il soggetto gli trasmette. La serie delle Città da salvare svela un desiderio etico, con l’idea di abitazioni salvate da elementi come farfalle e palloncini, che con dei fili trascinano fuori le città dal degrado urbano per trasportarle in un potenziale luogo in grado di salvaguardarle.


Laura Cianfarani







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